Salve, ho letto il libro… piuttosto l’ho divorato in tre giorni dopo l’esame. Sarà scontato dirlo, ma mi è piaciuto molto: è stato il libro giusto al momento giusto. Ci sono state due parti che mi hanno colpito:
“Io ci sto bene nella metropolitana, perché ci sono le persone e le posso guardare con calma. Se vedo uno triste, gli faccio un sorriso”
Poi la parte in cui Ernesto sta guardando le fotografie di Michele e riflette sul fatto che la foto non è la rappresentazione oggettiva dell’amato, ma soltanto la visione che il fotografo ha del fotografato.
Il personaggio preferito è Lola, senza dubbio.
Sinceramente speravo in una fine diversa, ma pensandoci non poteva essere altrimenti, “mi sorprendeva il fatto che la mia storia se ne uscisse dalla mia bocca in maniera
automatica, del tutto estranea alla mia volontà”.
Questi sono dei pensieri vaganti dopo aver letto il libro.
(Simona)
Buongiorno sign.ra Boralevi volevo complimentarmi con lei, ho letto il suo ultimo libro veramente bello! Piacevole e divertente da leggere tutto d’un fiato, divertente per il linguaggio che usa per la ragazzina Lola, ma dal contenuto che fa riflettere…Sa un po’ mi riconosco in Lola cosi ingenua, anch’io sono così nonostante i miei 39 anni, fin da ragazzina mi dicevano resta così come sei…mi meraviglia un fiore che sboccia e mi rende felice accarezzare un gatto! A volte mi sembra di essere un extraterrestre! Non voglio annoiarla ma avevo il desiderio di farlo perché come sa la stimo molto!
Brava brava brava a presto!
(Mara)
”Rendimi il bambino” dice lui.
La bambina scuote la testa.
“Tu non sei la madre” dice lui.
Lei fa cenno di no, lui vede che inghiotte saliva e si morde le labbra. Ma non è preparato a quello che sta per accadere. Di colpo, la bambina abbassa la testa, poi la solleva di scatto come un toro pronto alla carica. Gli pianta negli occhi uno sguardo da adulta.
Dice: “I figli sono di chi gli vuole bene”. – (pag. 282).
Eccoli i due protagonisti faccia a faccia: Ernesto e Lola. Un uomo solo di cinquantacinque anni, professore che vive delle sue abitudini, che è prigioniero della pochezza del suo mondo, nonostante sia un uomo colto. Una ragazzina di sedici anni, abbandonata, ha dovuto sempre lottare per vivere e mantenersi, eppure è una ragazza solare, espansiva che contagia gli altri con la sua voglia di vivere, nonostante non abbia passato troppo tempo sui libri. Infine c’è il piccolo Josè, un bambino nato da una inseminazione artificiale, un bambino rifiutato alla nascita dai genitori. Un bambino non è un giocattolo. Un bambino, prima di essere un figlio, chiede che gli sia dato tanto amore: in questo caso a imparare una bella lezione non è la ragazzina, ma il professore colto. Un romanzo coinvolgente e toccante, in cui cinque persone sole, scopriranno di non essere più così sole e impareranno ad amarsi.
(Chiara Balzarotti)