BYRON

Storia del cane
che mi ha insegnato la serenità

 

Io non credo che siamo tutti pazzi, noi proprietari di cani. Capisco che certe volte, a chi non possiede cani, possiamo sembrare esagerati nelle nostre manifestazioni di affetto, o ridicoli, o persino offensivi. Per dire: mangiare a tavola accanto al proprio cane, talvolta purtroppo imboccandolo con il cucchiaio, dormirci nel letto abbracciati, portarlo alla spa per un massaggio ayurveda, decorarlo di Swarowski come un albero di Natale, mettergli le scarpine se piove, comprargli i bocconcini firmati dallo chef stellato appaiono anche a me comportamenti da riesaminare.
E ammetto che il monito di Papa Francesco, il cui senso era che ci sono persone che si occupano più dei cani che dei bambini, un qualche fondamento ce l’ha.
Ma.
Nelle famiglie italiane ci sono 60 milioni di animali domestici.
35 milioni sono cani.
Qualcosa vorrà dire.

Siamo abituati a pensare che siamo noi ad insegnare al nostro cane. È vero.
Ma se anche il nostro cane insegnasse a noi?
Il cane, la cui capacità neurologica è ancora misteriosa, così come ancora misteriosa è la gran parte della psiconeurologia umana, possiede una abilità che la scienza non riesce a decrittare, ma c’è.
È in sintonia con l’anima del padrone.
Il cane ci sceglie, ci accoglie, ci capisce, ci conforta, ci sostiene.
Dal punto di vista della scienza della evoluzione, si potrebbe dire che il cane è cresciuto con noi, da lupo selvatico è diventato animale domestico, ma ha saputo conservare una disposizione dell’istinto a sentirci. Se, da lupo, ci fiutava a chilometri di distanza, da cane annusa i nostri sentimenti.
Ci sorveglia, ci protegge, ci svela.
Il nostro cane sa quasi tutto di noi. Conosce le nostre debolezze e ha imparato a farci i conti. Sa che ci sono cose che proprio non sopportiamo ed evita di infliggercele. Sa quando abbiamo la necessità di giocare, anche se siamo adulti e seri e obbligati a giocare il meno possibile, e allora ci saltella intorno, ci fa le smorfie, ci stuzzica e alla fine noi gli diamo retta.
Il nostro cane sa, misteriosamente, sempre, darci quello di cui abbiamo bisogno.
Il nostro cane non ci giudica. Persino quando siamo cattivi con lui, ci perdona.
Ci dà una nuova possibilità. Non conserva rancori. Coltiva la gratitudine.
Il nostro cane ci apre le finestre del mondo.
E, sì, il nostro cane ci ama.
Ci ama così tanto.
Ci ama senza pretendere, senza giudicare, senza confrontare.
Ci ama come siamo.
Imperfetti.
Da lui, finalmente, impariamo la cosa più difficile: ad amare NOI STESSI.